Qual è la differenza tra gres porcellanato e ceramica? 4 domande e risposte per saperne di più su questi materiali tanto somiglianti quanto differenti.

C’è differenza tra gres porcellanato e ceramica? Apparentemente potrebbero molto simili, in realtà non lo sono, anzi pur derivando dagli stessi materiali hanno delle diversità importanti. Esistono vari tipi di ceramica, ognuno con le sue caratteristiche, tutti differenti dal gres porcellanato. In questo articolo vogliamo fare chiarezza sull’argomento e aiutarti a scegliere il materiale che meglio risponde alle tue esigenze e più si adatta allo stile e alle peculiarità del tuo spazio.

 

Quali sono le caratteristiche del gres porcellanato? E quelle della ceramica?

Prima di capire qual è la differenza tra gres porcellanato e ceramica è fondamentale comprendere che cosa sono questi materiali.

Iniziamo dalla ceramica: si tratta di un composto inorganico estremamente malleabile allo stato naturale, duro e rigido dopo la cottura; generalmente, viene indicato con il termine “ceramica” “qualunque materiale inorganico, non metallico, foggiato a freddo e consolidato per azione del calore”. In questo senso, esistono più ceramiche di diverso colore (in base alla quantità di ossidi cromofori contenuti nell’argilla) e varia composizione. Le principali tipologie di ceramica, quindi, sono: a pasta compatta, caratterizzate da bassa porosità, elevata resistenza ai graffi, ottime doti di impermeabilità (per es. gres e porcellane); a pasta porosa, con impasto tenero e assorbente e una bassa resistenza ai graffi (per es. maioliche e terracotta). Dalla lavorazione della ceramica, in base alla sua natura e alla destinazione d’uso finale, si classifica: ceramiche per sanitari; ceramiche strutturali; ceramiche da rivestimento e da copertura; ceramiche tradizionali, che non sono altro che le piastrelle usate nell’edilizia e possono essere, a loro volta, non smaltate (cotto, gres rosso, klinker, gres porcellanato), in monocottura (rossa, bianca, klinker), in bicottura (maiolica), in cotto forte e in terraglia.

Come abbiamo visto, quindi, il gres porcellanato rientra nella definizione di “ceramica” e si definisce come una ceramica a pasta compatta (greificata), dura, colorata, non porosa, caratterizzata da un’eccezionale resistenza. Per produrre il gres porcellanato, l’impasto di argilla magra, poco refrettaria, viene cotta a 1200-1400°C in un apposito forno, finché non raggiunge uno stato di vetrificazione non porosa e non diventa impermeabile. Dal punto di vista tecnica, le due caratteristiche principali di questo materiale sono: la bassissima capacità di assorbimento dell’acqua, da cui deriva l’elevato grado di resistenza alla flessione; un’elevatissima resistenza all’abrasione.

Che differenza c’è tra gres porcellanato e ceramica, o meglio tra gres porcellanato e le diverse tipologie di ceramica?

Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di ceramiche (cotto, klinker, monocottura, bicottura), e in questa classificazione rientra anche il gres porcellanato. Che differenza c’è, allora, tra questi materiali?

In generale, il gres porcellanato si distingue per l’elevata durezza superficiale, l’ottima resistenza ai carichi e anche all’usura. Nello specifico, riportiamo di seguito le principali differenze tra gres porcellanato e i principali tipi di ceramica.

Differenza tra gres porcellanato e cotto.

Il cotto è uno dei materiali più tradizionali e impiegati in edilizia. È assolutamente naturale e si adatta perfettamente ad ambienti classici e addirittura rustici o country. Come il gres porcellanato, è molto resistente e per questo è adatto sia all’interno che all’esterno; tuttavia, trattandosi di un materiale poroso che potrebbe “assorbire” sporco e macchie, richiede una manutenzione più frequente e attenta. A differenza del gres porcellanato, invece, non può essere posato sul vecchio pavimento.

Per saperne di più: Pavimento in cotto o in gres porcellanato? Scopri caratteristiche e funzionalità dei due materiali, trova la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Differenza tra gres porcellanato e klinker.

Il kinker è un materiale composto da una miscela di acqua e argille pregiate che viene sottoposta a un processo di stagionatura ed essiccazione, e successivamente a 30 ore di cottura a 1250°C. È considerato tra i materiali più resistenti e idrorepellenti e viene utilizzato per la pavimentazione di esterni, l’arredo urbano, il rivestimento di facciate, la realizzazione di bordi e fondali di piscina, e da qualche tempo anche nell’interior design (se pur con minor probabilità). Le sue caratteristiche principali sono: inalterabilità nel tempo; resistenza agli sbalzi di temperatura, alle abrasioni, agli agenti corrosivi; proprietà antiscivolo; grande resistenza meccanica alla flessione. Che differenza c’è, allora, tra gres porcellanato e klinker?

  • Il gres porcellanato è disponibile in un’ampia gamma di formati, finiture e sfumature rispetto al klinker. Quest’ultimo, infatti, è disponibile in una gamma piuttosto ridotta e standardizzata, con poca possibilità di personalizzazione nella posa.
  • Pur essendo due materiali molto resistenti, il klinker si altera meno nel tempo.
  • Il klinker è consigliato per l’esterno, e meno impiegato all’interno. Il gres porcellanato è invece estremamente versatile.
  • Dal punto di vista della manutenzione ordinaria, il klinker richiede qualche attenzione in più rispetto al gres porcellanato, oltre all’utilizzo di prodotti specifici.

Differenza tra gres porcellanato, monocottura e bicottura.

Le piastrelle in monocottura sono realizzate con una cottura contemporanea del supporto ceramico e dello smalto a una temperatura compresa fra 1050°C e 1180°C. Quelle in bicottura, invece, vengono cotte due volte, prima e dopo la smaltatura, e con una temperatura compresa tra 900°C e 1050°C.

Le principali differenze tra gres porcellanato, monocottura e bicottura sono due:

  • In linea di massima, le piastrelle in monocottura e bicottura sono più porose rispetto al gres porcellanato, e sono quindi più fragili (ma anche più facili da forare).
  • Queste piastrelle, poi, possono essere posate solo all’interno e possibilmente a rivestimento, non a pavimento. Il gres porcellanato, invece, offre ampia possibilità di posa e personalizzazione, dentro e fuori casa.

E invece, che differenza c’è tra gres e gres porcellanato?

Ebbene sì: c’è differenza tra gres e gres porcellanato, si tratta di materiali simili ma diversi.

Con gres si intende il gres rosso, il primo ad essere prodotto in grande scala: oggi è un materiale di nicchia, ma negli anni Trenta era ampiamente diffuso e utilizzato specialmente negli edifici pubblici grazie alla sua resistenza. Pur avendo ottime performance dal punto di vista della durata nel tempo e della resistenza, era soggetto al rischio di deformazione in fase produttiva, e per tale motivo veniva prodotto solo in piccole piastrelle. Da qui si coglie la principale differenza tra gres e gres porcellanato: il secondo è un materiale sicuramente più evoluto del primo, resistente e indeformabile, disponibile in una vastissima gamma di formati e grandezze.

Ora che hai scoperto le differenze tra gres porcellanato e ceramica, quale materiale scegli per il tuo progetto?

In questo articolo abbiamo analizzato nel dettaglio ogni differenza tra gres porcellanato e ceramica, o meglio tra gres porcellanato e i vari tipi di ceramica disponibili, offrendoti la possibilità di paragonarli e di individuare il materiale (o i materiali) che meglio rispondono alle tue esigenze, e quindi si adattano al tuo progetto di ristrutturazione. Nel caso avessi ancora qualche dubbio e volessi scoprire più da vicino le soluzioni più innovative sul mercato, ti aspettiamo nei nostri Showroom: siamo a Iseo (BS), in via Roma, 10 e anche a Zanica, sempre in via Roma ma al civico 10; qui, i nostri specialisti sono a tua completa disposizione per guidarti nella scelta e illustrarti i nostri servizi per il tuo progetto. Contattaci e prenota un appuntamento senza impegno.

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